DONNE MIE

Dacia Maraini

 

Ambientazione contemporanea o nel passato ? Ci siamo posti subito la domanda e per noi la poesia di D. Maraini non ha tempo , perché è adattabile a tutti i tempi. Le donne se debbono diventare protagoniste non devono essere inserite  nell’ambiente che le circonda come delle cose .

Esse sono viste come pigre , angosciate, impaurite e sono costrette a lottare, per diventare persone primacontro se stesse e poi contro gli uomini.

Secondo la Maraini le donne dovrebbero ribellarsi ad ogni stereotipo ed essere solidali fra loro per conquistare una nuova forza.

L’uso abbondante della virgola , che accentua le pause porta il lettore a rallentare , a riflettere su queste affermazioni.

Questa poesia ha fatto capire a noi , due ragazzi , che le donne devono essere viste oltre il loro aspetto fisico , perché sono soggetti e non oggetti.

                                                             Caponnetto Antony -Mascolino Giuseppe  Classe II B

 

Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite,

sappiate che se volete diventare persone

non oggetti, dovete fare subito una guerra

dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma

contro voi stesse che vi cavate gli occhi

con le dita per non vedere le ingiustizie

che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi

vi considera delle nemiche, delle rivali,

degli oggetti altrui ; contro chi vi ingiuria

tutti i giorni senza neanche saperlo,

contro chi vi tradisce senza volerlo,

contro l'idolo donna che vi guarda seducente

da una cornice di rose sfatte ogni mattina

e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,

scintillanti di collane, ma prive di braccia,

di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio

solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso

(il dovere di amare vi fa odiare l' amore, lo so)

un amore senza scelte , istintivo e brutale.

Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire

donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà

di intenti, libere infine di essere noi

intere, forti, sicure, donne senza paura.

(Da Donne mie, Torino, Einaudi)