LORIGINE DELLA MONOGAMIA
Friedrich Engels
La famiglia monogamica è fondata sul dominio dell'uomo, con l'esplicito scopo di procreare figli
di paternità incontestata , e tale paternità è richiesta poiché questi figli, in quanto eredi naturali,
devono entrare un giorno in possesso del patrimonio paterno.
Si differenzia dal matrimonio di coppia per una assai più grande solidità del vincolo coniugale, non più
dissolubile ad arbitrio delle due parti contraenti. E regola ora che solo il marito possa sciogliere il
vincolo e ripudiare la moglie.
La nuova forma di famiglia ci si presenta in tutta la sua durezza tra i Greci. Mentre, come osserva
Marx, la posizione delle dee nella mitologia ci trasporta ad un periodo anteriore, nel quale le donne
godevano ancora di una posizione più libera e più stimata, noi troviamo, nell'età eroica, la donna già
umiliata dalla supremazia dell'uomo e dalla concorrenza delle schiave. Si legga, nell'Odissea , come
Telemaco chiuda duramente la bocca della madre. Tutta lIliade , come è noto, si svolge intorno
all'episodio della contesa tra Agamennone e Achille, causata proprio da una schiava. Per ogni
importante eroe omerico vien fatta menzione della giovinetta presa prigioniera con cui egli condivide
tenda e letto. Queste giovinette venivano anche ammesse in patria e sotto il tetto coniugale; i figli
generati da tali schiave ricevono una piccola parte dell'eredità paterna e sono considerati
uomini pienamente liberi. Dalla moglie si pretende che accetti tutto questo stato di cose, ma che
essa stessa osservi una rigorosa castità e fedeltà coniugale. La donna greca dell'età eroica è,
certo, più rispettata di quella del periodo della civiltà; ma infine essa resta per l'uomo soltanto
la madre dei suoi eredi nati dal matrimonio, la principale amministratrice della casa, la sorvegliante
delle schiave che egli, a suo piacimento, può trasformare, come fa, in concubine.
La sussistenza della schiavitù accanto alla monogamia, l'esistenza di giovani e belle schiave
che appartengono all'uomo con tutto ciò che esse hanno in proprio, sono le cose che fin dall'inizio
imprimono alla monogamia il suo carattere specifico che è quello di essere monogamia solo
per la donna , ma non per l'uomo.
E questo carattere essa lo ha anche oggi. In epoca più tarda ad Atene le ragazze imparavano
solo a filare, tessere e cucire, e al massimo un poco a leggere e a scrivere.
Vivevano quasi recluse, e solo in compagnia di altre donne. L'appartamento delle donne era
una parte isolata della casa, al piano superiore o nella parte posteriore, dove uomini, specie
estranei, difficilmente entravano e dove esse si ritiravano quando un uomo veniva in visita.
Le donne non uscivano se non accompagnate da una schiava ed erano, in casa, rigorosamente
sorvegliate.
Da Euripide la donna viene caratterizzata come oikurema , cioè cosa destinata alla cura domestica
(il vocabolo è di genere neutro) e, a prescindere dal compito di generar figli, essa era, per l'Ateniese,
solo la prima serva di casa. L'uomo aveva i suoi esercizi ginnici, i suoi affari pubblici, da cui la donna
era esclusa ; inoltre aveva spesso anche delle schiave a sua disposizione e, al tempo del massimo
splendore di Atene, fioriva una prostituzione estesa, che lo Stato per lo meno favoriva. Questa
famiglia ateniese divenne nel corso dei tempi il modello su cui non soltanto gli altri Ioni, ma anche e
sempre più tutti i Greci della madrepatria e delle colonie modellarono i loro rapporti
domestici, Ma, nonostante tutte le proibizioni e la sorveglianza, le donne greche trovavano spesso
occasione di ingannare i loro mariti. Questa fu l'origine della monogamia, così come possiamo
seguirla nel popolo più civile e di più alto sviluppo dell'antichità.
Essa non fu, in alcun modo, un frutto dell'amore sessuale individuale, col quale non aveva
assolutamente nulla a che vedere, giacché i matrimoni, dopo come prima, rimasero matrimoni di
convenienza. Fu la prima forma di famiglia che non fosse fondata su condizioni naturali, ma
economiche, precisamente sulla vittoria della proprietà privata sulla originaria e spontanea proprietà
comune. La dominazione dell'uomo nella famiglia e la procreazione di figli incontestabilmente suoi,
destinati a ereditare le sue ricchezze: ecco quali furono i soli ed esclusivi fini del matrimonio
monogamico, enunciati dai Greci senza ambiguità!
La monogamia così non appare in nessun modo, nella storia, come la riconciliazione di uomo e donna,
e tanto meno come la forma più elevata di questa riconciliazione. Al contrario, essa appare come
soggiogamento di un sesso da parte dell'altro, come proclamazione di un conflitto tra i sessi sin qui
sconosciuto in tutta la preistoria. In un vecchio manoscritto inedito, elaborato da Marx e da me nel
1846 , trovo scritto: "La prima divisione del lavoro è quella tra uomo e donna per la procreazione di
figli". Ed oggi posso aggiungere: il primo contrasto di classe che compare nella storia coincide con lo
sviluppo dell'antagonismo tra uomo e donna nel matrimonio monogamico, e la prima oppressione di
classe coincide con quella del sesso femminile da parte di quello maschile. La monogamia fu un
privata, schiuse quell'epoca che ancora oggi dura, nella quale ogni progresso è, ad un tempo, un
relativo regresso, e in cui il bene e lo sviluppo degli uni si compie mediante il danno e la repressione
di altri.
(da Le origini della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, trad. di D. Della Terza, Roma, 1972)