OGGI, QUALE FAMIGLIA?
Umberto Eco
OGGI, QUALE FAMIGLIA
La tematica di questo testo, riguarda il rapporto tra genitori e figli e il rifiuto della famiglia di origine da parte di alcuni giovani. In particolare Eco, sottolinea la mancanza di dialogo, a causa anche della presenza invadente dei mass media, e soprattutto, della televisione. Ma il problema grave è che i giovani cercando in modo ossessivo la libertà, si allontanano dalla famiglia, si avviano su una cattiva strada.
Umberto Eco nel testo "oggi, quale famiglia" espone la sua tesi, guardando il nucleo familiare da un punto di vista realistico ma, secondo me pessimistico. Non in tutte le famiglie infatti vi è mancanza di dialogo. In quelle famiglie in cui sono presenti dei valori e dei principi morali, esiste ancora fortunatamente larmonia fra i coniugi, e un rapporto di amicizia tra figli e genitori e un sentimento di solidarietà fra tutti i componenti del nucleo familiare.
Infatti lautore, dice che i giovani vedono la famiglia come un luogo dove ricevere denaro e cibo e, si allontanano da essa quando riescono a soddisfare i loro bisogni altrove. Si escludono quindi quelli che sono i veri valori della famiglia. Secondo me questo è vero solo in parte.
Bruno Cinzia Giuseppina 3E
Il mondo giovanile rifiuta la famiglia. Ne rifiuta i principi educativi, gli amori oppressivi, i ricatti
emotivi.E un fatto che la pedagogia conosce e che non appartiene solo ai nostri giorni. La Chiesa, anzi,
che sapeva benissimo queste cose, ha elaborato una serie di istituzioni che cercavano di colmare nel
giovane il desiderio di una socialità "altra" rispetto a quella familiare, offrendogli la parrocchia, la sede
dell'Azione Cattolica, i giovani esploratori, ecc. come occasioni per rifarsi un altro tipo di famiglia, sia
pure sotto la guida di altre autorità adulte, ma tali che, non identificandosi col padre naturale, potessero
di questo assumere le funzioni senza dover essere odiati dai figli. L'educazione cattolica, mentre da un
lato insiste sul valore della famiglia e insegna ai giovani ad ubbidire ai loro genitori, dall'altro li avverte
continuamente che i genitori potrebbero insegnare loro cose sbagliate. Compito apostolico del giovane
pio è di combattere (sia pure amorevolmente) le pressioni che esercita su di lui la sua famiglia:
potendo, convertire i genitori, al limite, rinunciare alla famiglia, se ti chiede qualcosa che contrasta con
gli ideali che ormai condividi coi membri di quella famiglia più vasta e più vera che è la comunità dei
credenti. Dal canto proprio le organizzazioni politiche hanno offerto al mondo giovanile altri sostituti
per la famiglia : la cellula,la sede del partito. luoghi di educazione permanente, come la scuola, a
differenza della scuola essi erano oggetto di libera scelta, e quindi l'educazione che vi veniva impartita
non era sentita come autoritaria. Finalmente l'ultimo colpo mortale alla famiglia tradizionale è stato
arrecato dalla televisione. E verissimo che la televisione, nuovo focolare domestico, potenzialmente
tiene unita tutta la famiglia in casa davanti al video.
Ma immobilizzando ciascuno nella propria contemplazione (rotta solo da qualche commento) di fatto
ribadisce la realtà che nella famiglia nessuno ha più niente da dirsi. Invece tutte le cose che una volta la
famiglia spiegava al giovane, ora le spiega la televisione, dalle prime fiabe, a come nascono i bambini,
sino alla storia, alla geografia, a come ci si comporta a tavola , tutto quello che la famiglia poteva
spiegargli, ora il giovane lo sa già, e più di suo padre, che ha meno tempo per guardare la televisione,
leggere, riunirsi al circolo o al partito.
La famiglia serve ora solo a dare cibo e denaro. Ovvio che non appena si profila la possibilità di avere
cibo e denaro altrove, il giovane non abbia più alcuna necessità di rimanere in famiglia. Gli rimane al
massimo , come unico legame, un odio profondo, e un desiderio di vendetta per ciò che la famiglia
non gli ha dato ed altri gli hanno rivelato. Diventando barbone, hippie, rivoluzionario, andando in galera
per avere gettato bombe molotov, rifiutandosi di laurearsi egli si vendicherà così della famiglia, che lo
voleva buono, ubbidiente, ben vestito e pettinato, avviato verso una buona posizione sociale, ligio alle
leggi, consolazione dei suoi genitori e bastone della loro vecchiaia.
Trovata la loro libertà, i giovani non hanno affatto (come pensano gli adulti scandalizzati) liquidato la
famiglia.Sia a livello delle comunità hippies e vaganti sia (e ancor più) a livello dei gruppi politicizzati, i
giovani hanno un senso assai realistico e fervido della necessità del nucleo familiare. Essi non mettono
affatto in dubbio l'idea che l'uomo debba riunirsi in famiglie, produrre figli ed educarli. Anzi, si
sposano prestissimo,subito (non importa se in chiesa, in municipio, in Scozia o per conto loro , senza
cerimonie ufficiali)... Se per tenere, nutrire, educare, sorvegliare i figli, è necessario aggregarsi in gruppi
di più famiglie, lo fanno e non è necessario che nascano le caratteristiche "comuni" organizzate. Basta
mettersi d'accordo con gli amici.
Che poi queste famiglie possano anche farsi e disfarsi con una certa frequenza, ciò non costituisce
problema...Che poi in queste famiglie passino, si fermino, entrino ed escano altri membri, amici che
capitano lì a dormire, compagni senza tetto che occorre ospitare, con una brandina da sistemare in
corridoio e un materasso in bagno,questo ai giovani pare talmente normale che non capiscono neppure
perché per gli adulti questo sia inconcepibile.
(da Ciò che i figli non dicono, Milano, ed. Bompiani)